Un esempio di applicazione dellapproccio della Cognizione Distribuita: il ruolo della procedure nellattività di controllo del traffico aereo
Marco Palmonari, Patrizia Marti
Laboratorio Multimediale
Via dei Termini 6, 53100 Siena - Italy
palm@media.unisi.it
marti@media.unisi.it
Abstract
Il controllo del traffico aereo (ATC) e un dominio di attività che è specificato formalmente in molti modi: manuali di formazione, manuali di procedure e altre forme di documentazione forniscono una descrizione sia del dominio sia dei compiti assegnati ai principali attori (controllori e piloti).
Ciononostante, una più diretta e approfondita osservazione dellattività reale svolta dai diversi attori permette di capire come ci sia un certo grado di liberta rispetto al modo in cui il compito viene svolto. Queste variazioni o cambiamenti sono principalmente dovuti alle diverse strategie individuali di volta in volta messe in pratica e al differente uso che viene fatto dei media disponibili nellambiente (radar, strips, comunicazione via radio).
Questa considerazione e, in realtà, una delle principali assunzioni dellapproccio denominato Cognizione Distribuita: luso degli strumenti modifica lattività in quanto struttura linterazione tra le persone e lambiente esterno (Hutchins, 1995).
Nel presente articolo verranno brevemente presentate e commentate le caratteristiche principali dellapproccio della Cognizione Distribuita; in seguito, ne verrà descritta lapplicazione allanalisi dellattività del settore di approccio nel Centro di Coordinamento Regionale di Ciampino (Roma). I risultati dellanalisi verranno discussi presentando scenari, cioè situazioni reali che mettono in evidenza particolari proprietà dellattività di controllo del traffico aereo.
1. La Cognizione Distribuita
Le azioni intelligenti messe in atto in ambienti di lavoro reali non possono essere studiate analizzando lattività cognitiva individuale in isolamento, cioè senza prendere in considerazione lambiente sociale e materiale che circonda le persone che svolgono tale attività.
Recenti sviluppi nelle Scienze Cognitive (Zhang and Norman, 1994) dimostrano che la cognizione umana è distribuita tra le persone e gli artefatti presenti nellambiente esterno: in questo senso lo studio della cognizione implica lo sviluppo di metodologie per analizzare lattività umana così come essa si svolge in ambienti di lavoro reali.
Lapproccio della Cognizione Distribuita fornisce uninteressante quadro concettuale per lanalisi della relazione tra lattività e il contesto; le principali assunzioni di questo approccio sono:
Nella parte che segue è fornita una breve descrizione del sistema di controllo del traffico aereo; in seguito, sono presentati due scenari di attività che permettono di affrontare un importante aspetto concernente lanalisi dellattività umana in ambienti di lavoro, la distinzione tra compiti normativi e lattività reale e il ruolo di regolazione dellattività che hanno le procedure (Rasmussen, 1993).
2. Il sistema ATC come sistema cognitivo
Secondo lapproccio della Cognizione Distribuita, un sistema socio-tecnico complesso quale il centro regionale di Ciampino per il controllo del traffico aereo può essere considerato come un sistema cognitivo composto da individui (piloti e controllori) che interagiscono tramite luso di artefatti (radar, strips) e mezzi di comunicazione (radio, comunicazione faccia a faccia). Tale sistema cognitivo svolge i compiti attraverso la trasformazione e la propagazione di rappresentazioni che di volta in volta possono essere rappresentazioni interne alla mente (una procedura, un dato) o esterne (es. lo stato del traffico rappresentato per mezzo del radar).
Lobiettivo principale di un sistema di controllo del traffico aereo è quello di gestire in modo efficace e sicuro il traffico il quale, per natura, e un processo dinamico e solo parzialmente predicibile e anticipabile. Levoluzione del traffico può solo parzialmente essere predetta a causa dei molti fattori che ne influenzano landamento (disfunzioni tecniche e organizzative, fattori meteorologici); infatti, allinterno di ogni settore di traffico, laffidabilità di ogni predizione fatta al tempo T0 sullandamento del traffico al tempo T1 decresce quanto più è ampio lintervallo di tempo tra T0 e T1.
Per questa ragione, il piano generale europeo di traffico aereo, elaborato sulla base dei piani di volo forniti dalle compagnie aeree, è organizzato in modo da distribuire e mantenere costante quanto più possibile il traffico tra i settori; è comunque rilevante il fatto che nessun controllo è fatto per verificare la possibilità di conflitti tra diversi piani di volo in quanto è inutile fare predizioni di conflitti a lunghissimo termine date i molteplici fattori di variazione del traffico.
A un livello astratto di descrizione, il sistema di ATC che deve gestire il traffico in un settore di approccio ha due obiettivi da raggiungere:
Per raggiungere questi obiettivi il sistema deve:
Per raggiungere questi obiettivi il sistema ATC deve essere pro-attivo, nel senso che deve anticipare levoluzione del traffico piuttosto che semplicemente reagire ad essa.
3. Gli scenari
In quello che segue due scenari di attività svolta presso la sala operativa nel centro di Ciampino verranno presentati; i dati sono stati raccolti usando metodi di etnografici di raccolta dati (Holtzblatt e Jones, 1993) principalmente basati su osservazione diretta, analisi video e analisi della comunicazione verbale. La raccolta dati è stata focalizzata sullattività dei controllori tattico e pianificatore operanti nel settore di approccio allaeroporto di Fiumicino; come precedentemente menzionato, gli scenari sono presentati come supporto empirico a una riflessione teorica riguardante lanalisi dellattività in ambienti di lavoro complessi.
E importante evidenziare, inoltre, che i presenti scenari sono stati validati, ne è stata cioè verificata la realisticità e la tipicità in due modi:
3.1 La situazione
L aeroporto di Fiumicino è composto da 3 piste (si veda la figura); il modo in cui le piste vengono usate per latterraggio e il decollo dipende dalle condizioni meteoroologiche.
Figura 1: La configurazione dellaeroporto di Fiumicino
Il giorno in ci la raccolta dati è stata effettuata (13/11/1997) la direzione del vento era da nord verso sud; questo determinava che gli aerei, per motivi di sicurezza, dovessero eseguire una procedura dapproccio da sud verso nord in modo da atterrare controvento. In questo caso, la procedura di approccio prevede che gli aerei provenienti da nord est debbano raggiungere il punto Elito, posto a nord est di Fiumicino, e procedere poi in direzione sud in modo da raggiungere il punto Pratica, posto a sud est di Fiumicino; Pratica è il punto da cui comincia la procedure finale di approccio alla pista.
E importante ricordare che per quanto i piloti siano obbligati a seguire la procedura standard, i controllori possono in qualunque momenti fornire loro istruzioni di rotta diverse.
3.2 Scenario 1: "Applicazione della procedura standard"
Il pilota di un aereo proveniente da nord est non segue la procedura di approccio standard (prima Elito e poi Pratica) e procede direttamente verso Pratica, una rotta più breve che gli permette di risparmiare tempo e carburante.
Il controllore, che aveva già dato al pilota la consegna di seguire la procedura standard, si rende conto di questa violazione di procedura, chiama il pilota e lo istruisce a seguire la procedura standard; il controllore in seguito monitora il comportamento dellaereo in modo da controllare se il pilota sta seguendo le sue istruzioni.
3.3 Scenario 2: "Violazione della procedura standard"
La situazione è simile a quella descritta nello "scenario 1" : un aereo proveniente da nord est è in fase di approccio a Fiumicino; questa volta però il controllore non segue la procedura standard, laereo è infatti guidato su una rotta più breve, quella diretta a Pratica senza passare per Elito.
4. Osservazioni
La comparazione degli scenari 1 e 2 evidenzia una diversa applicazione della procedura di approccio. Se il comportamento del controllore viene analizzato nei termini delle azioni compiute o delle strategie messe in atto, il suo comportamento sembra contraddittorio in quanto la stessa procedura viene prima applicata e poi violata nellarco di pochi minuti. E per questo motivo che è necessario, per cogliere la logica del comportamento, analizzare gli obiettivi generali sottostanti lattività.
Nella sequenza descritta nello scenario 2, il controllore guida laereo per la rotta più breve (e perciò violando la procedura standard) perché il suo obiettivo più generale (che può essere considerato un sotto obiettivo di quello ancora più generale di gestire il traffico in modo efficace e sicuro) è di liberare il settore il più velocemente possibile. Per questa ragione, in questa particolare situazione, applicare la procedura standard sarebbe stato in conflitto con gli obiettivi del controllore.
Infatti, le strategie che il controllore applica per raggiungere i suoi obiettivi sono legate alla particolare situazione da gestire; le strategie, inoltre, possono venire modificate in modo da rispondere in modo puntuale allevoluzione del traffico. Sono molti, infatti, i fattori che, momento per momento, sono presi in considerazione dai controllori per raggiungere lobiettivo generale di sicurezza ed efficacia, per esempio:
E importante sottolineare come il grado di expertise dei controllori sia proprio legata alla loro capacità di modificare le strategie in funzione della particolare situazione da gestire. Lanalisi dellattività in termini di Cognizione Distribuita permette di capire quale sia il ruolo e lo status delle procedure nellattività reale: infatti, a causa della parziale impredicibilità dellevoluzione del traffico, le procedure non possono descrivere in dettaglio le azioni che il controllore deve eseguire per gestire una situazione specifica; al contrario, le procedure si limitano a descrivere gli obiettivi da raggiungere (sicurezza ed efficacia) e le regole "standard" da applicare per raggiungere questi obiettivi (per esempio le traiettorie che gli aerei dovrebbero compiere).
Nei termini di Cognizione Distribuita le procedure sono un particolare esempio risorse informative che sono parte della conoscenza condivisa dai controllori e dai piloti: da una parte le procedure che descrivono le traiettorie che egli aerei devono seguire permettono ai controllori di fare delle previsioni accurate sul comportamento degli aerei, dallaltra parte, come risorse di informazione, le procedure possono essere disattese dai controllori i quali, essendo in controllo della situazione, possono decidere di applicare strategie più efficaci o più adatte alla situazione particolare (si vedano gli scenario 1 e 2).
Lo status delle procedure è perciò legato alla natura dinamica e complessa del traffico aereo: le procedure non possono descrivere esaurientemente le azioni da compiere in ogni possibile situazione data la complessità del processo (il traffico aereo) da monitorare e da controllare.
Questa affermazione, noi crediamo, ha importanti risvolti metodologici: le attività svolte in unambiente complesso dovrebbero essere descritte in termini di obiettivi (e sotto-obiettivi) da raggiungere piuttosto che di procedure da seguire; un approccio di questo tipo permette, infatti, di cogliere importanti proprietà del sistema socio-tecnico considerato (quali la capacità di rispondere in modo flessibile alle variazioni ambientali mantenendo costanti gli obiettivi generali del sistema stesso).
Riferimenti bibliografici
K. Holtzblatt and S. Jones, 1993, Contextual Inquiry: Principles and Practices. In Participatory Design: Principles and Practices, (Lawrence Erlbaum, Hillsdale NJ).
Fields, B. Wright, P. Marti, P. Palmonari, M., 1998, "Air Traffic Control as a Distributed Cognitive System: a study of external representations", Proceedings of ECCE 9, Limerick.
Hutchins, E., 1995, "How a Cockpit Remembers its Speeds" Cognitive Science, 19, 265-288.
Hutchins, E., 1995 Cognition in the wild , MIT Press.
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Rasmussen, J., 1993, Analysis of tasks, activities and work in the field and in laboratories, Le Travail Humain, 56, N°2-3, 133-155.
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Zhang, J., and Norman, D. A., 1994, Representations in Distributed Cognitive Tasks, Cognitive Science, 18, 87-122.