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Il musicalizador cortese

foto tombino trasformato in cucina

I tango blitz di Maurizio Fabbri tra ponti e porticati

06-05-2017

Metti una sera il tango. Bello, plastico, sensuale. Dentro una milonga, ma ancor di più nella penombra di un portico, sopra e sotto un ponte. Succede a Roma, dove i blitz di ‘Tangram tango di strada’ rimbalzano su FaceBook e si trasformano in frequentatissimi eventi. Luoghi assediati dal degrado s’accendono di note, si offrono come teatri naturali di uno spettacolo di e per tutti. Prima di stringersi nell’abbraccio della musica, i tangueros ripuliscono la scena, scope alla mano raccolgono cartacce, bottiglie rotte e plastica, li infilano nei sacchi e li consegnano all’Ama. Doppio servizio alla città. “E’ la più bella milonga di Roma”, racconta Maurizio Fabbri, clown, artista di strada e oggi ‘musicalizador’ conosciuto tra i ballerini come capitan Tangran.

Al colonnato dell’Eur, sull’Isola Tiberina, al ponte della Scienza a quello della Musica la magia si ripete. E ogni volta è diversa come suggerisce il riferimento a Tangram, il rompicapo cinese a geometrie variabili al quale Maurizio è ricorso per raccogliere sulla rete gli appassionati di un ballo di strada, che in passato si consumava nei porti, sulle sponde del Rio della Plata. “Gli appuntamenti sono soprattutto estivi, quattro al mese, di solito il lunedì – dice – qualche volta si organizzano serate anche in aprile o a ottobre. Sono momenti di condivisione, basta una cassa per amplificare, un computer e la voglia di ballare o anche solo di guardare. L’offerta è libera”.

Nascono amicizie, si formano compagnie, cominciano a frequentarsi al di fuori dei tango blitz e nel contempo crescono l’abitudine alla libertà della danza e la voglia di incontrarsi. “Ci si riappropria degli spazi urbani, si restituisce loro una dimensione perduta soprattutto nelle metropoli e della quale c’è un profondo bisogno – dice – il fenomeno è cresciuto parecchio, ogni serata porta persone nuove, neofiti che magari in una milonga chiusa non si sentono a proprio agio. All’aperto è diverso, informale, e soprattutto c’è gente di ogni età dal ragazzo di vent’anni fino all’ottantasettene, che non si perde un appuntamento”. Momenti di incontro e socialità tra generazioni, ma non è tutto. “Abbiamo dedicato parecchi eventi alla solidarietà – conclude – abbiamo ballato contro il femminicidio e l’ombofobia condividendo problemi che avvelenano la quotidianità”.


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